Lettere ad Attilio Deffenu (1907-1917)

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autore: Cucca Francesco

Francesco Cucca nacque a Nuoro nel 1882. Si trasferì in Africa per lavorare presso una ditta importatrice di legnami e lì si dedicò con passione alla letteratura. Affascinato dalla cultura musulmana, visse intensamente il rapporto col mondo africano e ne narrò i caratteri e le leggende in "Galoppate nell’Islam" (1923). Rimase sempre in contatto con la Sardegna e fu soprattutto legato a Sebastiano Satta che gli affidò il compito di trascrivere le poesie poi raccolte nei "Canti Barbaricini". Morì a Napoli nel 1947. L’autore delle lettere, negli anni a cavallo della Prima guerra mondiale, è un giovane autodidatta animato da forti idealità politiche e da un’intensa passione per la letteratura. È amico di Attilio Deffenu e gli fornisce i mezzi per pubblicare la celebre rivista “Sardegna”. Le lettere parlano di politica, di economia e di cultura: sullo sfondo un ampio scenario nel quale campeggiano i nomi di Sebastiano Satta, di Grazia Deledda, di Isabelle Eberhardt e di Paul Vigné d’Octon. Poesia, giornalismo, ideali socialisti e anarchici, avventure africane, prima che la guerra cancelli molte speranze e spezzi la giovane vita di Deffenu. Le lettere di Francesco Cucca ad Attilio Deffenu costituiscono un documento utile per illuminare un momento di particolare drammaticità nella storia italiana ed europea

collezione: Raccolta del Centro Studi Filologici Sardi

Visualizzazioni: 2017

A cura di: Pilia Simona

Editore: Centro di Studi Filologici Sardi, CUEC

Introduzione/Prefazione: Marci Giuseppe

Lingua: italiano

Relazione: è parte di: Raccolta del Centro di Studi filologici Sardi

Abstract: Carissimo Attilio, sono da stamane favorito dalla tua graditissima cartolina alla quale voglio risponderti lungamente e sollecitamente, tanto che ti convincerai che io molto meglio di te riesco ad annoiare chi fa la bestialità di leggermi. Prima di tutto torniamo un passo indietro. La tua bella lettera che mi fu graditissima, e mi lusingò un tantino, anzi un po’ troppino col Poeta degli Umili. Io ti ringrazio di cuore della tua squisita attenzione. Ma sai? Io sono così grande ammiratore di quell’uomo, che sfiderei l’impossibile se sapessi di fargli cosa gradita. Però ho mandato a tanti quella rivista e sono sicurissimo che molti e molti l’avranno commentata ed avranno seminato le loro critiche, chi giuste e chi scorrette. Tu sai benissimo che la mia vita, che fu recisa può dirsi al primo albore, non permise al mio cuore, alla mia anima, alla mia intelligenza di sbocciare come i fiori a primavera. Sai bene che ho avventato la mia fanciullezza per il pane per lidi lontani ed incogniti e che se ho nel cervello la pazza idea di scrivere e di far versi, non ho le pretese di gloria, cosa non concessa ai poveri come me di 5ª elementare. Però, siccome più che di me, si tratta del Poeta, vorrei che tu, poiché certamente devi esserti ritrovato di fronte a qualche diceria in proposito, mi dicessi l’impressione che ha fatto nei più e quali siano le persone con le quali ne hai parlato e da quali ne hai sentito parlare [...] (dal testo)

Formato fruibile: pdf

Collana: Scrittori sardi

Luogo di pubblicazione: Cagliari

Tipologia: monografie - saggi

ISBN: 88-8467-321-6