Barbaricinorum libelli
Per quanto è dato sapere, i "Barbaricinorum libelli" sono l'unico testo dell'ex Gesuita la cui concezione è del tutto 'originale'. La narrazione è intessuta su un fitto reticolo di fonti che l'autore non esita a piegare pur di raggiungere il proprio obbiettivo: creare una vera e propria epopea dei Barbaricini, l'antico, nobile ed eroico popolo che - come aveva predetto un noto oracolo - nessuna potenza terrena riuscì mai a soggiogare; e infatti fu solo grazie all'intervento divino, rappresentato dall'angelo che in battaglia accompagnava Efisio, che i Barbaricini volsero le spalle al nemico. Ma a fronte di questa entusiastica esaltazione dell'invincibilità dei Barbaricini (un mito tenace che non sappiamo se e come possa essere stato alimentato dalla ricostruzione 'storica' di Arca), è difficile dire se il Bittese apprezzasse di più la loro conversione al Cristianesimo, con la conseguente pacificazione, o non ne rimpiangesse piuttosto l'indomita fierezza e bellicosità pagane.
collezione: Raccolta del Centro Studi Filologici Sardi
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A cura di: Laneri Maria Teresa
Editore: Centro di Studi Filologici Sardi, CUEC
Introduzione/Prefazione: Turtas Raimondo
Lingua: latino, italiano
Relazione: è parte di: Raccolta del Centro di Studi filologici Sardi
Formato fruibile: pdf
Collana: Scrittori sardi
Luogo di pubblicazione: Cagliari
Tipologia: monografie - saggi
ISBN: 88-8467-272-4