Il documentario narra un viaggio molto intimo e particolare in Sardegna narrato dallo scrittore e intellettuale Giuseppe Dessì. Una Sardegna raccontata con sensibilità e grande responsabilità da uno degli autori più significativi del '900. Un viaggio speciale, attraverso la storia e il territorio sardo, in compagnia della voce di Giuseppe Dessì, nato a Cagliari il 7 Agosto 1909 e morto a Roma il 6 luglio 1977, autore, fra le altre cose, del noto "Paese d'ombre", vincitore del Premio Strega. Dessì narra la sua storia e la intreccia, con toni poetici e mai scontati, con la storia del territorio sardo: l'approdo a Cagliari, dai "colori tenui e sfumati" e dalla particolare struttura verticale, e la Villacidro della sua infanzia, fatta di intense letture che avrebbero poi stimolato la sua carriera letteraria, dei primi amori e di ricordi legati alla casa dello zio nella via Roma. Primi passi verso un'intera regione, un continente fatto di mille realtà. Con la storia e i ricordi si affacciano allo schermo importanti documenti antropologici e spunti concreti riguardanti la salvaguardia delle tradizioni e il loro rilancio nel mondo moderno. Un quadro importante, di una vivacità estrema, un monumento allo scrittore e alla sua terra.

La Sardegna un itinerario nel tempo. II parte

Un viaggio speciale, attraverso la storia e il territorio sardo, in compagnia della voce di Giuseppe Dessì, nato a Cagliari il 7 Agosto 1909 e morto a Roma il 6 luglio 1977, autore, fra le altre cose, del noto "Paese d'ombre", vincitore del Premio Strega. Dessì narra la sua storia e la intreccia, con toni poetici e mai scontati, con la storia del territorio sardo: l'approdo a Cagliari, dai "colori tenui e sfumati" e dalla particolare struttura verticale, e la Villacidro della sua infanzia, fatta di intense letture che avrebbero poi stimolato la sua carriera letteraria, dei primi amori e di ricordi legati alla casa dello zio nella via Roma.
Con la storia e i ricordi si affacciano allo schermo importanti documenti antropologici e spunti concreti riguardanti la salvaguardia delle tradizioni e il loro rilancio nel mondo moderno. Un quadro importante, di una vivacità estrema, un monumento allo scrittore e alla sua terra.

La Sardegna un itinerario nel tempo. I parte

La Sardegna un itinerario nel tempo. III parte

I muttos e il canto in re erano il cavallo di battaglia del cantadore Tonino Canu, la cui voce era particolarmente apprezzata sia dal gande pubblico che dai veri e propri cultori del canto sardo. 
Il canto ha una evidente funzione di commiato, e conferma, come nel brano di apertura, che i muttos con il loro andamento prevalentemente sillabico oltre a cantare il sentimento amoroso si prestano a evidenziare le circostanze e le funzioni della performance.

Sa gara est terminada

Il brano registrato a Oliena, in Barbagia, testimonia della eccezionale varietà formale e stilistica della tradizione del canto a tenore e rimanda all’attualità delle rispettive micro-culture locali, ancora oggi ben vive e fortemente caratterizzate. La forte caratterizzazione timbrica delle parti è certamente uno dei tratti più interessanti della tradizione del canto a tenore e ogni singola tradizione locale possiede un suo proprio colore per ciascuna voce e per l’insieme del quartetto.

Incontro rosa bella e delicata

questa magistrale incisione è parte integrante della storia del canto a chitarra. La voce del leggendario Mario Scanu intona i versi del poeta gallurese Pietro Allettu e segue le orme del noto cantadore Luigino Cossu, che lo aveva incoraggiato e seguito facendo emergere il talento del giovane. 
L'alternanza tra andamento melismatico e sillabico conferisce alla disisperada una dimensione temporale nettamente distinta dal resto degli altri canti. Pur essendo un disco, si tratta di un documento sonoro trasmesso chissà quante volte dalla radio, e dunque entrato nella storia.

Tu di lu mari

I gioielli dell'oreficeria sarda, straordinari tesori dalle più svariate fogge, sono strettamente legati ai costumi, che integrano e completano da un punto di vista decorativo, funzionale e apotropaico.  Le suggestive descrizioni degli abiti sardi ad opera dei numerosi viaggiatori che nell'Ottocento hanno visitato l'Isola non sono mai disgiunte da quelle dei monili che li accompagnano. Si presenta quindi un quadro chiaro e particolareggiato dell'attuale situazione economica e produttiva del settore dell'oreficeria in Sardegna, tramite un capillare monitoraggio delle aziende e delle botteghe oggi attive - divise fra produzioni legate alla tradizione e sperimentazioni legate al contemporaneo -, numerose e diffuse su tutto il territorio, importante e significativa voce anche nell'offerta turistica e nell'immagine che di sé esporta l'Isola

Gioielli : Storia, linguaggio, religiosità dell'ornamento in Sardegna

Radio brada : 8 settembre 1943, dalla Sardegna la prima voce dell'Italia libera.

La trasmissione fa parte della raccolta "Notiziario in lingua sarda", che comprende una serie di radiogiornali registrati da emittenti sarde nel corso del 2008.  I Notiziari raccontano le principali notizie di politica regionale, cronaca, sport e cultura attraverso le varianti locali della lingua sarda. Il progetto è stato realizzato grazie agli interventi sulla cultura, informazione, spettacolo e editoria previsti dall'articolo 28 della Legge Finanziaria 2007.

Radio La Voce, notiziario in lingua sarda : 22

1959 La voce di Salvatore Cambosu. Le civiltà che scompaiono

S'attitu si cantava per esprimere il dolore per il defunto, il lamento era affidato alla voce femminile della prefica accompagnata da altre donne. Si ricordavano le azioni positive e le difficoltà affrontate in vita. Spesso il testo era improvvisato, altre volte si cantavano "attitus" già utilizzati. L'esecuzione era accompagnata da una precisa gestualità: le braccia e le mani venivano sollevate per esprimere disperazione e poi lasciate cadere sulle ginocchia o sul defunto.

Attitu, Orroli

"La Boghe in Re" costituisce la forma musicale più importante nonchè la più antica del repertorio del "Cantu a Chiterra". nel Canto in Re si fa uso di testi poetici in ottonari. L'usanza di cantare il componimento per intero si è andata svilendo negli anni fino ad un'affermazione del distico, ripetuto due volte, quale unità indipendente dalla poesia originale. Bisogna evidenziare che nelle Gare l'alternanza tra i cantori è determinata dall'esecuzione di due voci a testa. Nelle registrazioni dei 78 e dei 45 giri - vincolate ad un tempo compreso tra i due e cinque minuti - la stessa avviene "'oghe oghe", pratica raramente proposta nelle dispute. In chiusura si ha la voce in Do, anticamente una variazione del Canto in Re, spostata in coda all'esecuzione nell'alternanza a "Boghe Furada": una progressiva frammentazione sillabica del distico con cambio continuo degli esecutori.

Cantu de su Gennargentu

1959 Il ritmo nella voce della vedova del bandito

la registrazione riporta le interviste  realizzate da Manlio Brigaglia, docente di Storia presso l'Università degli Studi di Sassari e fra i più autorevoli giornalisti sardi, al Provveditore agli Studi di Sassari, al maestro del "paidobus" e ai bambini che lo frequentano. Il paidobus era un'interessante inizitiva portata avanti nel nord Sardegna che vedeva le lezioni scolastiche svolte su un bus che andava da uno stazzo all'altro dell'alta Gallura. Si sentono il classico appello dell'insegnante, le motivazioni del Provveditore agli studi, la voce del maestro e quelle degli scolari. Le lezioni davano risultati eccezionali dal punto di vista sociale, pedagogico e assistenziale. Sul paidobus si spiegava la storia e la matematica, ma si serviva anche la refezione in anni in cui la crisi economica era forte. Con quella esperienza pilota  la Sardegna iniziava la sua lunga battaglia contro l'analfabetismo.

Panoramiche: la scuola sulla spiaggia

Attitu, Scano di Montiferro

Attitu, Ossi

descrizione del ballo nel corso del quale vengono devolute le offerte in denaro al comitato per i festeggiamenti in onore di San Sebastiano a Teti, paese del centro Sardegna in provincia di Nuoro. Le offerte vengono ritirate da un gruppo di danzatori - esattori che segue le coppie di ballerini disposti nella forma coreografica del "ballu tundu" e le somme donate vengono annunciate ad alta voce con commenti di approvazione o d'incoraggiamento ad una maggiore generosità.

Teti: su ballu a ifferrere

rispetto all'esecuzione dei muttos comuni, questa registrazione presenta un solo interprete accompagnato esclusivamente dalla chitarra. La figura di Salvatore Stangoni è principalmente legata al Quintetto d'Aggius, noto come Coro del Galletto di Gallura, anche se come cantadore partecipò anche individualmente a gare e concerti. In questo canto a muttetu si percepisce lo stile arcaico del canto a chitarra, sia per la spontaneità delle imperfezioni vocali che per la semplicità del profilo melodico e dell'accompagnamento, e la particolarità della modalità gallurese con la quale vengono intonati i muttos. La commovente voce del cantadore declama i versi di Gavino Pes prima di intonarli.

Canto a muttettu

questa registrazione, effettuata per la trasmissione Canto in re, non soltanto rappresenta il "battesimo" radiofonico di Francesco Falchi, ma permette di ascoltare la voce di un altro importante cantadore con pochissime incisioni discografiche al suo attivo, Giovannino Casu. La bellezza e la sicurezza delle loro voci, anche lontano dal palco, fa di questo prezioso documento sonoro una piccola perla. Anche l'elegante padronanza degli strumentisti contribuisce alla costruzione di un discorso musicale estremamente nitido e lineare. Lo stile di Senes s'inserisce nel solco tracciato da Peppino e Ignazio Secchi e da Adolfo Merella, mentre Madau è stato tra i primi fisarmonicisti ad accompagnare il canto sardo affiancando la chitarra. 
Alla galluresa viene immediatamente legato il canto che le è profondamente apparentato, la filugnana, annunciata dalla voce di Giovanni Perria, e preceduta da un distico.

Giovannino Casu: galluresa, filugnana

Radio La Voce, notiziario in lingua sarda : 11

La voce di Rafael Sari che legge in algherese e in italiano una sua poesia sul corallo.

La voce di Rafael Sari

Il documentario è articolato in sezioni riguardanti stagni, coste, mari, zone interne e montuose e si avvale del contributo di esperti quali Folco Quilici, Enea Beccu e Piero Angela. Nella prima parte del documentario la voce narrante accompagna il fruitore lungo un percorso che si snoda da Cagliari a Oristano e che mostra bellissime immagini di pianure, montagne, mari e stagni. L'intervista a Folco Quilici, riguardante principalmente la foca monaca, introduce interessanti spunti di riflessione sulla salvaguardia dell'ambiente.

La risorsa ambiente, 1

Il documentario è articolato in sezioni riguardanti stagni, coste, mari, zone interne e montuose e si avvale del contributo di esperti quali Folco Quilivi, Enea Beccu e Piero Angela. Nella prima parte del documentario la voce narrante accompagna il fruitore lungo un percorso che si snoda lungo un percorso vario e affascinante e che mostra bellissime immagini di pianure, montagne, mari e stagni. L'intervista a Enea Beccu e Piero Angela reca, sotteso, il dibattuto argomento della salvaguardia dell'ambiente.

La risorsa ambiente, 2

La voce della scrittrice

"Ti abbraccio forte forte: storie d'oltremare" è la lettura radiofonica di "Oltremare", opera di Mariangela Sedda, edita nel 2004, che dà voce al carteggio intercorso tra due sorelle, tra il 1913 e il 1928. Antonia vive insieme alla vecchia madre nel paese di Olai, mentre Grazia raggiunge suo marito a Buenos Aires. Dalle lettere emerge una realtà comune a tanti sardi che lasciano l'isola per cercare fortuna, costretti a staccarsi, spesso per sempre, dagli affetti e dai contesti culturali di vita e di lavoro. Il lavoro di Mariangela Sedda va oltre la storia di un rapporto strettamente familiare per focalizzare e dare valore a problematiche, eventi sociali e politici che hanno segnato il fenomeno emigrazione e che, in parte, tutt'oggi persistono.

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