Il documentario-corto "Laguna Rosa" presenta uno degli eventi naturalistici più importanti verificatisi in Sardegna nell'ultimo secolo: la nidificazione dei fenicotteri all'interno dell'area urbana di Cagliari del 1993. I Fenicotteri Rosa, motivati dalla grande siccità che ha interessato i loro abituali siti di riproduzione in Francia e in Spagna, per la prima volta si sono riprodotti in Italia, scegliendo lo stagno di Molentargius a Cagliari come luogo per la nidificazione.

Laguna Rosa

Una fantasia piena di stupore e di ironia verso la vita può dirsi il dato caratterizzante l'opera dell'artista, espressa attraverso un linguaggio estremamente raffinato e del tutto privo di facili ingenuità istintive. Il bestiario a cui Fancello dà vita nella sua pur fugace esistenza (muore a 25 anni sul finire del conflitto mondiale) è, come nota Argan nell'introduzione al volume: "più fiabesco che moralistico, (...) trasposizione dall'umano in chiave di garbata ironia". Il volume costituisce uno strumento indispensabile per quanti si interessano di ceramica e una completa rassegna della produzione di Salvatore Fancello.
La monografia è il risultato del recupero dell'intera produzione di Fancello, ripreso per la prima volta dal 1942. Al sui interno contributi dei maggiori critici dell'arte del panorama nazionale e un sentito ricordo di Costantino Nivola.

Salvatore Fancello

Il filmato presenta una raccolta di storie brevi che descrivono luoghi, eventi e personaggi di Cagliari, capoluogo della Sardegna. Il documentario mostra le immagini del carnevale, del Venerdì Santo, della processione di Sant'Efisio, di una festa di aquiloni in riva al mare, di una gara di kiteboard, della Sella de Diavolo, degli stagni, dei vicoli e delle botteghe dei quartieri della Marina e di Castello. Lo spettatore è condotto in un viaggio all'interno di grandi eventi e di frammenti di vita quotidiana da cui affiora lo spirito dell'antica e moderna Capitale dell'isola.

Storie Brevi

Tutte le sei puntate della serie "1943 Cagliari sotto le bombe" sono la viva testimonianza di uomini e donne che conobbero personalmente le tragiche vicende dei bombardamenti sulla città di Cagliari. Dai loro ricordi emergono anche l'angoscia e il dolore provocati dalla perdita dei propri cari, dalla terribile penuria di viveri, dalle precarie condizioni di salute e dagli sfollamenti verso l'interno dell'Isola. Il percorso tracciato dalle sei puntate cerca di mettere insieme gli infiniti tasselli di un puzzle che nella sua interezza possa delineare l'insieme dei tragici fatti del 1943. Nei racconti di questa serie di documentari corti, emergono le tragedie, l'incredulità, la rassegnazione di tutte quelle persone che fra le scaglie di metallo piovuto dal cielo hanno visto con i loro occhi la crudeltà e l'insensata sofferenza della guerra.

1943 Cagliari sotto le bombe, 1

Un ipotetico viandante, a bordo di una nave, si avvicina alla Sardegna e si imbatte nel suo capoluogo. Una volta sbarcato, si aggira disorientato per le vie della città. Sforzandosi di inventarsi un percorso e con l'aiuto di qualche passante, riesce infine a percorrerla e conoscerla nei suoi tratti più significativi e profondi. Così, il suo sguardo ignaro ed "esterno" si fa sempre più consapevole e "interno". È dall'incrocio di questi sguardi che la città prende forma e definisce il suo volto e la sua anima in un quadro a tutto tondo, frutto dell'integrazione di punti di vista – fisici e mentali – diametralmente opposti. L'immagine della città che ne emerge dovrebbe così risultare il più possibile distaccata e obiettiva, immune dai condizionamenti emotivi propri dei suoi abitanti come dai giudizi frettolosi di un viaggiatore di passaggio.

Kàrales

Caprera, interno della Casa Museo di Garibaldi

Caprera, interno della casa di Garibaldi

L'opera e la personalità del pittore Giuseppe Biasi occupano un posto di rilievo nell'ambito dell'arte sarda del Novecento. Artefice dell'abbandono dell'espressione accademica in favore della modernità allora rappresentata dal linguaggio delle Secessioni, Biasi ha il merito d'aver reso possibile l'inserimento della Sardegna nel quadro artistico europeo. Grazie al sodalizio con pittori come Filippo Figari e scultori come Francesco Ciusa, oltreché con intellettuali e soprattutto con la scrittrice Grazia Deledda, Biasi dimostra di aver saputo lucidamente attuare quell'"invenzione di identità" che nel giro di pochi anni portò alla ribalta internazionale le fascinose interpreti femminili del mondo mitico e incontaminato della Sardegna arcaica. Attraverso le sua opere si ha la descrizione di riti privati (nelle scene di battesimi e matrimoni vengono minuziosamente descritti corredi, abiti e interni di case) e comunitari (le processioni, la ritualità della Settimana Santa ecc.). Giuseppe Biasi presenta le usanze popolari non in chiave di superficiale folklore ma quali segnali e forme di potente forza arcaica, espressa negli abiti e nei volti seducenti e intensi dei suoi abitanti, nei riti di sapore bizantino e nei gesti quotidiani.

Giuseppe Biasi

Dolianova, interno della cattedrale di San Pantaleo

L'armonica a bocca è formata da una scatoletta di legno suddivisa in scomparti e rivestita esternamente da una lamina metallica. All'interno di ogni scomparto sono disposte due ance differenti, una delle quali vibra mentre si espira e l'altra mentre si inspira l'aria. Spostando lo strumento a destra o a sinistra si possono ottenere le note di una scala diatonica. Alcuni modelli hanno due ordini di ance contrapposti che consentono di realizzare le note di due differenti scale.

Sàrtiu mamujadinu

La signora Wally Pasquetto, ormai in pensione, racconta la sua esperienza di commessa alla Rinascente di Cagliari e la vita all'interno della comunità di Elmas.

Elmas, intervista a Pasquetto Vally

Superata la soglia dei cento anni, la signora Sebastiana Pinna racconta la sua lunga vita trascorsa da sempre all'interno della comunità di Sorradile.

Sorradile, intervista a Pinna Sebastiana 

Regolamento per l'amministrazione e servizio interno dell'Ospedale Civile di Sassari

Dirigente scolastico all'interno del distretto militare, ormai pensionato il signor Antonio Conti è appassionato di poesia di cui è anche autore.

La Maddalena, intervista a Conti Antonio

La vivace testimonianza della signora Giovanna Carta restituisce un vivido spaccato di vita all'interno della piccola comunità di Borutta.

Borutta, intervista a Giovanna Carta

Ghilarza, interno della chiesa di     San Pietro di Zuri

Interno della basilica di Santa Giusta

Assemini, interno del laboratorio d'arte ceramica di Federico Melis

Interno di cucina

"Pasraxu de pischera" capo peschiera, negli anni del dominio incontrastato dei "Baroni in laguna", il signor Salvatore Tinti ha svolto per diversi decenni la sua attività di pescatore. A questo riguardo, traccia una descrizione dettagliata delle tecniche di pesca, delle varie mansioni e delle gerarchie interne alla peschiera di Cabras.

Cabras, intervista a Tinti Salvatore

1943 Cagliari sotto le bombe, 2

Lino Pisano esercita ancora il mestiere di sarto. Nell'intervista parla diffusamente del suo apprendistato e delle tecniche sartoriali, dell'abito tradizionale e della sua esperienza di emigrazione in Liguria. Appassionato di poesia logudorese parla della gara, di cui è stato sovente organizzatore all'interno dei comitati delle feste.

Nurri, intervista a Pisano Lino

Gruppo familiare in abiti borghesi in un interno

1943 Cagliari sotto le bombe, 3

1943 Cagliari sotto le bombe, 4

1943 Cagliari sotto le bombe, 5

1943 Cagliari sotto le bombe, 6

Il documentario propone una panoramica completa del territorio ogliastrino, offrendo al fruitore tutte le caratteristiche geo-morfologiche del territorio. Come tutti i documentari datati offre una panoramica su alcune rarità del territorio ancora incontaminato, specialmente nelle coste e nell’interno, che trasformano il filmato stesso in un prezioso documento esemplificativo di come si presentava il territorio sardo solo tre lustri fa. Le riprese aeree e quelle dal mare rendono giustizia ad un territorio ineguagliabile come quello ogliastrino: Cala Luna, Cala Goloritzé, Cala Mariolu e Cala Sisine sono riprese nell’aspetto quasi originario come ormai pochi ricordano o hanno visto.

Ogliastra. Il canto della natura

La raccolta è stata acquistata nel 1989 da un collezionista privato insieme a diversi oggetti di interesse etnografico. E' costituita da 41 stampe fotografiche positive originali montate su cartoncino. Sulle immagini sono indicati i nomi degli autori che le hanno realizzate e qualche dato cronologico – geografico. La raccolta è costituita per lo più da ritratti raffiguranti individui singoli o in gruppo di varie fasce di età e di entrambi i sessi, ripresi in interni di studi fotografici. Alcune immagini sono riprese in esterni che documentano raduni festivi, e attività lavorative.

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