il documentario, mandato in onda dalla RAI nell'ottobre del 1980, propone l'intervista condotta dall'antropologo sardo Michelangelo Pira al suo vecchio compagno di scuola Libére Mele, pastore di Bitti, e a due donne sempre di Bitti. L'intervista mette in luce in maniera efficace le contraddizioni che caratterizzano la Sardegna alla fine degli anni Settanta: un'Isola ormai avviata alla modernizzazione, ma, soprattutto nelle zone più interne, ancora legata ad antiche tradizioni.

Su Balente e sa 'Emina

Il Fondo fu donato all'ISRE dall'Istituto di Etnologia e Antropologia dell'Università di Copenaghen dopo la morte dell'etnomusicologo Andreas Fridolin Weis Bentzon che realizzò numerose fotografie nel corso delle diverse campagne di ricerca condotte durante i suoi lunghi soggiorni scientifici effettuati in Sardegna, dal 1953 al 1969.  I materiali conservati nell'ISRE riguardano quasi esclusivamente Nule, il piccolo centro del Goceano, dove Andreas Fridolin Weis Bentzon e la moglie Ruth soggiornarono per lunghi periodi tra il 1965 e il 1969. Sono costituiti da qualche migliaio di schede dattiloscritte in lingua inglese, organizzate in "Argomenti", "Fonti" e "Anagrafiche", prodotte o raccolte da Benzton e dalla moglie Ruth e riordinate a Copenaghen dal gruppo di studenti del cosiddetto Nule Gruppen; da manoscritti in sardo su tradizioni e avvenimenti del paese redatti in particolare da Michela Coloru, tessitrice e principale collaboratrice dell'antropologo; da documenti originali inerenti alla vita sociale di Nule, quali ad esempio la contabilità della compagnia barracellare, ecc. Inoltre si conservano più di un migliaio di fotografie realizzate sempre a Nule, in pochi altri luoghi dell'isola e in alcune località del continente da Andreas e Ruth Bentzon. I materiali digitalizzati, per incarico dell'ISRE, sono stati studiati e riordinati scientificamente dal professor Cosimo Zene, antropologo della SOAS (School of Oriental and African Studies) di Londra, nonché nativo di Nule e tradotti dall'inglese dal dottor Costantino Pes.

Bambini che giocano attorno alla catasta di legna

il documentario ricorda la figura dell'antropologo sardo Michelangelo Pira. Sono due i principali interventi attraverso cui viene ricordata e descritta la figura dell'intellettuale sardo: quello del sociologo-giornalista Gaspare Barbiellini Amidei e quello dell'antropologo L. M. Lombardi Satriani. Essi rimarcano soprattutto l’importante progetto antropologico del Pira di riaffermazione dell'identità etnica e culturale dei sardi: questa riaffermazione, che passa anche attraverso la lingua sarda non più vista come subalterna a quella italiana, secondo Pira deve essere vissuta all'interno del processo di modernizzazione che necessariamente coinvolge la Sardegna.
Il documentario pone in luce anche l'importanza di Michelangelo Pira come giornalista. Egli vedeva nei mezzi di comunicazione di massa, quali radio e televisione, importanti strumenti per portare avanti il suo progetto sull'identità. In particolare si ricorda la sua coordinazione del Controgiornale, importante trasmissione radiofonica di Radio Sardegna andata in onda alla fine degli anni Sessanta.
All'interno del documentario si trovano brani tratti da: La Festa, la farina, la forca di Giuseppe Mantovano; Padre Padrone di P. e V. Taviani; Controgiornale di Radio Sardegna.

Visti da fuori - Michelangelo Pira

Itinerario storico-culturale in lingua sarda, campidanese e logudorese, dedicato alla vita e alle opere di personaggi rappresentativi della Sardegna e a tematiche che hanno segnato le tradizioni, le vicende storiche, politiche e culturali della Sardegna.
Nel filmato Bachisio Bandinu, antropologo e musicista, rilascia una interessante intervista.

Zente - Bachisio Bandinu

Un pastore socio di Pepe Goddi parte per Orune con del formaggio

Cosa sta succedendo in Grecia, Palestina, Turchia e Senegal? Dei problemi politici, sociali, culturali di questi e altri Paesi ne parlano - con l’antropologo Francesco Bachis ai microfoni di Radio Rai Sardegna - i sardi che, per lunghi periodi dell’anno, sono testimoni di quanto accade in quelle zone del mondo.

Sardi che appartengono a nuova categoria di viaggiatori: scienziati sociali, politologi internazionalisti, sociologi, antropologi, cooperanti, hanno iniziato ormai da tempo a studiare società fuori dallo spazio europeo, a stabilirsi per periodi prolungati di tempo in altre nazioni del pianeta senza “trasferirsi” in modo definitivo. Non solo osservatori, ma con il loro lavoro e impegno anche protagonisti dei processi di crescita culturale ed economica.

Bagamundus –Sardus a travessu: n. 10

La puntata è dedicata al tema del pane come alimento, come segno della tradizione e delle identità sarde e alle prospettive del mercato del pane. Intervengono alla trasmissione Antonio Sassu, docente di Economia politica e sino al 2007 presidente del Banco di Sardegna, Maria Gabriella Da Re, docente di Antropologia culturale all’Università degli studi di Cagliari, e Maria Serrau presidente della Pro Loco di Ussassai.

Passo a due : Pane, n. 14

i brani di "Storie allo specchio" sono dei viaggi nel tempo. L' antropologo Pietro Clemente fornisce le istruzioni necessarie per compiere questo viaggio in una Sardegna che va scomparendo

Sigla e introduzione all'Album "Storie allo specchio" di Pietro Clemente

Sono tre brani tratti da Ammajos, una breve antologia di opere di autori vari legate da un denominatore comune: l'amore per la natura e il rispetto per i suoi equilibri. Curato da Paolo Pillonca (fotografie di Salvatore Ligios) e pubblicato dalla Soter Editrice col patrocinio della Regione Sardegna, Ammajos raccoglie versi e testi con linguaggi e stili differenti - afferma Pillonca - per offrire al lettore la possibilità di riflettere sulla gravità dell'ora e sulla necessità di arginare il degrado ambientale. Perché - dice Pillonca - esiste un'ora adatta per tutte le cose e niente deve essere fatto a disora come dicono i vecchi per rimarcare l'antico comandamento di non allontanare le cose dal loro giusto tempo. I tre testi registrati sono: "Sos Sinnos" di Michelangelo Pira, romanzo postumo dell'antropologo e poeta di Bitti, "Alas truncada" di Giovanni Fiori e "Pearbu" di Vincenzo Pisanu. Pearbu è  il ricordo che Pisanu dedica al cavallo morto in un incendio sulla Giara "con una modernità e una originalità di lingua - dice Pillonca - che danno ai suoi versi l'incanto della poesia genuina".

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